La memoria come bene culturale, al pari dei monumenti e dei luoghi.
Il Forte di Pozzacchio è l’ultima e più moderna opera corazzata del fronte trentino realizzata dall’Austria-Ungheria a difendere la città di Rovereto e la Vallagarina dalla prossimità del confine italiano in cima alla Vallarsa (Vicenza).
A fronte dei nostalgici morbosi ricostruttori di rovine che imperversano con le più varie ipotesi di imbalsamazione presso questi siti densi di tragedie passate, abbiamo cercato di contrapporre una ben più discreta idea di messa in opera della memoria capace di sottolineare i luoghi senza nasconderne l’esperienza nel corso del tempo (fatta di distruzioni, avvicendamenti, riconquista da parte della natura di paesaggi che furono per un giorno un mese un anno prima linea). E come per quello che è il più avanzato modo di conservare i resti archeologici serve ricercare una nuova espressività dei resti attraverso manufatti dedicati alla loro conservazione, abbiamo qui perseguito un modo teso a far rivivere i manufatti stessi non già e non solo per la loro presenza, bensì anche in quanto fatti spaziali: con la consapevolezza che, se è al distratto visitatore della domenica che dobbiamo rivolgerci, dobbiamo essere anche capaci di aiutarne l’immaginazione e indirizzarne con la giusta forza l’occhio inesperto.
Ecco il recupero della macchina da guerra incompiuta e ipogea di Pozzacchio. Nel vecchio pozzo che fu il vano corsa dei montacarichi per le artiglierie, stiamo realizzando una singolarissima macchina per salire che consentirà – al termine di un quasi iniziatico viaggio negli inferi della montagna – di ritrovare la luce, passando per gradi dalle caverne artificiali del forte sino alla sede che avrebbe dovuto ospitare le cupole corazzate con gli obici: un’idea oggi sostenibile di point de vue sul paesaggio.
Rigenerati dal percorso dentro la terra e la memoria, nuovamente a riveder le stelle e il monte.
Remembrance as cultural heritage, through monuments and places. The Pozzacchio Fort is the last and most modern armoured building on the Trentino front, built by the Austria-Hungarians to defend the city of Rovereto and the Vallagarina due to its position near the Italian border at Vallarsa (Vicenza). Faced with the usual morbid, nostalgic redevelopers of ruins and their numerous ideas of embalming these sites which are full of past tragedies, we have tried to put forward a more discreet idea of a memorial which is able to lay emphasis on the places without hiding their history (destruction, alteration, natures reconquering of these places which were once for one day, one month or one year at the front line). And so, like the most advanced methods used for preserving archaeological exhibits, we need a new expression for these ruins through buildings dedicated to their conservation. Here we have aimed at bringing the buildings themselves back to life, not only because of their actual structure but also due to their being. Considering that we must aim at the distracted Sunday visitor, we must be able to ignite their imagination and guide their unskilled eye. And so the renovation of the unfinished, underground war machine ati Pozzacchio. In the old artillery loading shaft, we are creating a unique lift which will take you on a long journey through the mountain underworld, before finally once again emerging into the light, passing through artificial caves until reaching the place where there were the armoured domes which housed the cannons. A sustainable idea today from the point of view of the landscape. Reinvigorated by the underground pathways and by memory, seeing the stars and the mountain once again.